Agrifutura è vicina alla Famiglia Monti, in particolare alla vedova Irina, ai figli Ivo e Delio con le rispettive famiglie per la scomparsa del caro marito, padre e nonno

Sergio Monti
ed esprime a tutti i famigliari le proprie sentite condoglianze. I funerali avranno luogo sabato 28 dicembre 2019, alle ore 15.00 nella sala delle cerimonie del Tempio crematorio di Lugano.
Sergio Monti è stato un instancabile ed entusiasta promotore e dirigente di importanti associazioni agricole ticinesi e nazionali, in primis della Federviti di cui fu presidente per ben 17 anni. Sarà ricordato in particolare per la sua indefessa e strenua difesa del giusto reddito per il viticoltore e per il suo prezioso contributo nella creazione di una piattaforma di dialogo fra produttori e vinificatori. Sergio Monti rappresenta quella categoria di viticoltori di provenienza extra-agricola che hanno saputo partire dal nulla bonificando terreni abbandonati, vignandoli e producendo vini che puntassero alla qualità, il tutto mantenendo quella laboriosità manuale propria del viticoltore eroico di collina. Sergio Monti merita la riconoscente gratitudine del mondo viticolo. Un estratto di quanto ha fatto per il settore lo si può conoscere leggendo il suo ultimo rapporto all’assemblea della Federviti che riportiamo integralmente di seguito:
“Nel 1989, dopo 17 anni di determinante contributo per la salvaguardia del patrimonio viticolo cantonale, Alfonsito Varini, terzo presidente della Federviti (fondata nel 1949) e delegato a Berna in seno alla Commissione federale viti-vinicola, propone la mia candidatura quale suo subentrante in tutti gli impegni da lui svolti, mantenendo da giornalista e appassionato, il suo valido apporto informativo settimanale sull’Agricoltore Ticinese.
La sua proposta venne ratificata dall’ Assemblea generale della Federviti e la mia attività a presidente ebbe inizio l’8 luglio 1989.
La vice presidenza fu mantenuta da Eros Walter, già attivo dal 1976 nel settore, esperto organizzatore delle attività legate alla diffusione del sapere viti-vinicolo del Cantone e della Mesolcina; segretaria venne nominata l’Ing. Monica Bacciarini.
A partire dagli anni Novanta e dopo i festeggiamenti del 40.mo del Marchio Viti, occorreva dare nuovo vigore (attraverso la Proviti fondata nel 1984) alla divulgazione e alla conoscenza dei nostri vini, occorreva ridisegnare i nostri territori, rimodernare le cantine di lavorazione (sempre più frequentate da un vasto pubblico interessato a questo sviluppo, sia economico che culturale) e sostenere chi con passione ma difficoltà lavorava i nostri ronchi.
Parallelamente cresce l’interesse per valorizzare il sistema di coltivazione secondo i dettami della Produzione Integrata (detta PI), sostenuta dalle ricerche e sperimentazioni del ticinese dott. Mario Baggiolini e diffuse alle Sezioni da parte della Commissione tecnica della Federviti.
Da 15 anni il 50% della produzione cantonale è ottenuto seguendo i metodi ecologici della PI, ma ancora oggi queste uve non godono di una differenziazione di prezzo rispetto alle altre.
Argomento che merita una riflessione al nostro interno per poi discuterlo in seno all’Interprofessione.
Sempre in questo periodo iniziale delle mie attività, si è sentita la necessità di fondare a Berna un’associazione mantello per la tutela degli interessi politici delle associazioni viticole svizzere già attive da tempo nei vari Cantoni.
Nata negli anni Novanta come Conferenza delle regioni viticole svizzere da me presieduta, l’associazione viene assorbita qualche anno dopo dalla fondazione della Federazione svizzera dei viticoltori con sede a Berna; Federazione che ho diretto per 5 anni.
Oggi è presieduta dal viticoltore vallesano Georges Emery. A P.Yves Felley, primo direttore della Federazione, va il mio pensiero di gratitudine per il proficuo lavoro svolto dal 1990 al 2005 e per la collegialità e competenza dimostrata in questo lungo periodo di attività a salvaguardia degli interessi viticoli nazionali.
La Federazione è diretta oggi dalla signora Ing. Monique Perrottet Richard la quale ha l’impegnativo compito, oltre a quello di coordinamento dell’associazione, di riorganizzazione all’interno della Interprofessione del vino Svizzero (dossier politica agricola 2011, formazione professionale, Inteprofessione svizzera del vino e promozione dei vini svizzeri).
Tornando alle attività cantonali degli anni Novanta, che vedono l’introduzione e la valorizzazione dei metodi della Produzione Integrata coordinate dagli Ing. Stefano Haldemann e Ing. Monica Bacciarini Rossi, la Federviti, nel 1998, incarica l’Ing. Marco Rossi di Sementina di redigere un rapporto sullo “Stato nutrizionale dei suoli viticoli del Canton Ticino e della Mesolcina”, studio che ha permesso un nuovo approccio sul problema della alimentazione dei nostri vigneti da parte della nostra commissione tecnica e preludio alla preparazione, a partire dal 2005, dello Studio dei terroirs viticoli, teatri naturali di grande impatto paesaggistico.
Lavoro che ha coinvolto un centinaio di viticoltori e specialisti internazionali coordinati dall’Ing. Cristina Monico la quale ha fatto il punto della situazione a fine 2006.
I lavori prevedono tre fasi di studio; gli studi sulla cartografia dei suoli, quello sul clima e quello sul comportamento della vite e qualità del vino nelle differenti condizioni pedoclimatiche del Canton Ticino.
Sono state selezionate 25 parcelle le cui uve sono state vinificate separatamente lo scorso autunno per la prima volta, presso la cantina sperimentale Agroscope Changins-Wädenswil; un lavoro che si protrarrà per tre anni e comporterà, oltre alle degustazioni, lo studio dei controlli agronomici e la determinazione dello stato idrico della pianta.
È la prima volta che si effettua uno studio dei nostri terroirs dove la mano dell’uomo e la provenienza diventerà una ulteriore garanzia di qualità e del valore del vino prodotto.
La gran parte del finanziamento di questo importantissimo lavoro di oltre Fr. 160’000 franchi è stato finanziato dalla Federviti grazie a una raccolta di fondi che dovrà continuare ancora fino al 2009.
Ecco come si esprime la relatrice Ing. Cristina Monico nel suo rapporto intermedio del 16.12.06:
“L’originalità dello studio è di aver potuto integrare tutti gli aspetti che riguardano i terroirs, partendo dal suolo e dal clima per finire con la reazione della vite e la qualità finale del vino prodotto.”
Un’altra importante collaborazione ci viene assicurata da anni, dagli esperti della Scuola di Changins, del Centro Agroscope Changins-Wädenswil Cadenazzo e dalla Scuola agraria di Mezzana.
L’ing. Francois Murisier e l’ing. Giorgio Jelmini, ora al beneficio della pensione, l’ing. Mauro Jermini nuovo responsabile del Centro Agroscope Changins-Wädenswil Cadenazzo, Mirto Ferretti tecnico viticolo, il presidente della Fondazione della Scuola di Changins Gianni Moresi, il consulente viticolo ing. Matteo Bernasconi e il direttore della Scuola agraria di Mezzana sig. Pierangelo Casanova, hanno contribuito a portare a livelli professionali la viticoltura del Cantone e della Mesolcina.
A coronamento di queste molteplici iniziative della Federviti e dei suoi esponenti e sostenitori, emergono le numerose energie profuse nel Cantone e in Svizzera nell’ambito dei festeggiamenti del Centenario del Merlot “COME 06” guidati dal suo presidente Eros Walter assistito dalla professionalità della segretaria Sabrina Princigalli e l’attiva e precisa collaborazione dell’Ing. Michele Piffaretti, unitamente al giornalista Alessandro Pesce che contribuisce da 15 anni a far conoscere le attività della Federviti.
Tutte le Sezioni della Federviti, le regioni viticole, la stampa scritta e parlata hanno dato lustro a questo anniversario e hanno fatto conoscere al mondo le qualità particolari della nostra terra millenaria e dei nostri vini.
A coronare questa ricorrenza cito la conferenza di grande interesse sulla DOC di aprile a Sessa; ospiti il Direttore generale onorario dell’OIV di Parigi Robert Tinlot, il Dr. Christian Taborek del Ministero austriaco dell’agricoltura, di Raul Renou presidente dell’Istituto nazionale delle appellazioni di origine di Francia e di Frédéric Rothen responsabile dell’economia vinicola presso l’Ufficio Federale dell’Agricoltura di Berna.
Il convegno è stato organizzato dall’Atelier dei viticoltori della Valle della Tresa e l’Associaione Villa Orizzonte di Castelrotto. Complimenti.
In settembre, quale vertice degli incontri viticoli, Lugano ha ospitato per 2 giorni il Simposio internazionale patrocinato dall’OIV di Parigi durante il quale si è dibattuto sulle diversità del vitigno Merlot, degli aspetti eco-fisiologici, patologici, lo studio in corso del terroir, dei modelli di parametri climatici e accenni sul clima, sugli aromi e del controllo dei fenomeni colloidali nell’affinamento dei vini Merlot, del marketing, della comunicazione, dell’architettura e cultura vinicola e della regione spagnola del Priorat, “du jamais vu” per il nostro Cantone.
“A chi sa ascoltare racconta ancora la storia di un Ticino di ieri” Inizia così la presentazione del libro Merlot del Ticino 1906-2006 che ha ricevuto il Premio Lanson da parte dell’omonima ditta produttrice di champagne;
250 pagine di storia dei pionieri Pietro Vegezzi, Giovanni Rossi, Alderigo Fantuzzi, Giuseppe Paleari, Guido Calgari, Mario Baggiolini, Carlo Castagnola; poi archeologia, storia del Merlot, dall’acino al vino, personalità, architettura e cultura vinicola, formazione continua in viticoltura, racconti e curiosità e l’elenco dei produttori.
A fine 2006 la nostra iniziativa ha visto le vendite salire ai 4000 copie e già si pensa ad una ristampa. Un sentito ringraziamento va all’ing.Carlito Ferrari e a chi ha collaborato alla riuscita di questo documento di storia.
Ecco quanto mi segnala l’ing.Cristophe Von Ritter, estimatore delle nostre attività:
“Tutto ciò a cui dedichiamo nella nostra vita inizia con un’emozione.
Questa emozione dei pionieri del Merlot e di tutti coloro che hanno contribuito alla sua storia, traspare in questo magnifico libro dedicato ai 100 anni del merlot in Ticino.
Un libro completo, equilibrato, ben illustrato e facile da consultare nel quale i meriti sono distribuiti equamente, senza eccessi.
Questa opera di referenza, che non dovrebbe mancare nella biblioteca dell’Amico del Vino, ha inoltre il grande pregio di onorare il contributo delle donne, sempre più numerose a sostenere la causa del Merlot.
Gli enofili saranno infine sorpresi nell’apprendere che prima della moda del merlot “light”, iniziata alla fine degli anni Sessanta, il Merlot del Ticino fosse un vino alquanto strutturato, non molto diverso da quelli vinificati oggi.
“Nel nostro mestiere, comprendere le ragioni che hanno condotto i nostri predecessori a fare certe scelte, è un segno di saggezza” Jean Pierre Perrin, Cancelliere dell’Accademia Internazionale del Vino”.
Non tutti sono concordi a riconoscere l’impegno dei collaboratori alla riuscita dei festeggiamenti del Centenario, la maggior parte volontari.
Inaspettata e fuorviante è la lettera del 12 settembre distribuita a tutti i presidenti sezionali della Federviti, firmata dal presidente della Ticinowine signor Guido Brivio, che dice:
“ Troppo impegno a curare la parte culturale del vino ticinese piuttosto che quella commerciale”.
Personalmente la ritengo una caduta di stile e un attacco alla Federviti e a chi lavora benevolmente da anni per sollevare e mantenere alta l’immagine della viticoltura del Cantone e del suo sempre più grande “Merlot”.
A questo proposito vorrei far notare che, al di là di ogni considerazione sulla buona fede della persona, mi sembra comunque un’incongruenza palese il fatto che il presidente dell’organo di promozione del vino ticinese sia contemporaneamente uno dei più grossi commercianti di vino del Cantone.
Questo doppio incarico genera un conflitto di interessi evidente.
Mi sembra inoltre inutile impegnarsi e sforzarsi in tutte le maniere per promuovere il vino se poi in altra sede ci si batte per erodere il già bassissimo reddito dei viticoltori mettendo in pericolo la sopravvivenza stessa dei vigneti e di conseguenza minare alla base l’esistenza stessa del mondo viti-vinicolo in Ticino. Giudichi il lettore.
“La comunicazione del Merlot in Ticino”
In questo contesto è importante segnalare anche la ricerca curata dal Prof. Francesco Lurati e dalla sua collaboratrice Dott.ssa Zamparini, dell’Istituto per la comunicazione aziendale dell’Università della Svizzera Italiana; è un ritratto dell’immagine del Merlot del Ticino così come è proiettata dai produttori vinicoli tramite la loro attività di comunicazione.
L’intervento del Dott. Lurati già presentato durante il simposio di settembre è stato presentato anche ai soci Federviti nell’ambito delle attività culturali di fine 2006.
Ora tocca alla Interprofessione e alle case vinicole in prima linea far tesoro di questo grande lavoro degli esponenti dell’Università ticinese e far conferire alla Ticinowine le menti e le capacità manageriali per mantenere alto il livello del nostro Merlot. Signor Guido Brivio ne prenda nota.
Prima di lasciare la presidenza in seno alla Federviti cantonale e alla Federazione Svizzera dei viticoltori a Berna come vicepresidente, gradirei esprimere qualche considerazione, ribadendo che tutta l’attività di cui abbiamo parlato in precedenza ci onora.
Le vendite del Merlot durante il 2006 sono salite del 28.% ma il risultato finanziario per il viticoltore è colmo di angoscia; Fr. 3.52 al kg con una diminuzione che in due anni ha fatto perdere ai produttori il 19% di introito.
A questa ingiustizia morale e economica, sostenuta da numerosi vinificatori acquirenti delle nostre uve, il vostro presidente e i viticoltori non possono restare indifferenti a un degrado economico di questa ampiezza.
Contiamo sull’Interprofessione ticinese del vino, sul suo presidente e sulle persone di buona volontà, per mettere un freno a questa arroganza che, volutamente o inconsciamente, mira a emarginare e impoverire chi mantiene e cura i nostri gloriosi mille ettari di vigna in gran parte coltivati a Merlot.
Chiudo le mie considerazioni trascrivendo quanto, nel 1908, il dott. Giovanni Rossi di Castelrotto affermava rivolgendosi ai viticoltori ticinesi:
“A chi mettesse in dubbio le nostre asserzioni sappiamo opporre a tempo e luogo il frutto non solo delle esperienze altrui ma anche delle nostre. Sappiamo crearci dei proseliti che associno l’entusiasmo per uno splendido avvenire viticolo. E soprattutto studiamo e impariamo.”
Con simpatia agli associati, ai presidenti sezionali, a tutti chi ancora credono alla salvaguardia della viticoltura per altri cento anni.
Il vostro Presidente Sergio Monti”
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