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Archivi categoria: bosco e legno
Nessuna raccolta centralizzata delle castagne

Foto Ti-Press Gabriele Putzu
BELLINZONA – Per quest’anno non ci sarà nessuna raccolta centralizzata delle castagne. L’Associazione dei castanicoltori della Svizzera italiana ha rilevato la presenza dell’antagonista del cinipide – il Torymus sinensis – in tutto il Canton Ticino, ma “la sua ancor bassa densità non permette al momento di contrastare la forte presenza del cinipide e ci si aspetta per questa stagione una quantità di castagne molto limitata”.
Le notizie positive non sono completamente assenti: “Molti castagni hanno saputo in parte reagire al cinipide formando nuove gemme immediatamente dopo la prima cacciata di primavera, senza presentare così galle. Alcune di queste gemme hanno prodotto fiori e quindi anche ricci e ci si aspetta quindi una, seppur minima, produzione di castagne”. Questo non basta ancora, però, per rilanciare la castanicoltura locale.
Non bisogna però perdere la fiducia nel futuro: “La castagna è e resta un ottimo cibo e il cinipide non ha nessun influsso sul frutto stesso”.
Fonte: http://www.tio.ch
“Querelle” Zali-Regazzi: la posizione di Francesco Tettamanti del gruppo “territorio e ungulati”
Scontro Zali – Regazzi: le ragioni di chi sta al fronte per il bene comune
Le scintille scoppiate fra il Consigliere di Stato Claudio Zali e il Presidente della FCTI Fabio Regazzi durante la recente assemblea della Federazione Cacciatori Ticinesi hanno sollevato per l’ennesima volta il problema dei danni all’agricoltura e alla natura provocati dagli ungulati nel nostro Cantone.
Oggetto del contendere sono state le dichiarazioni poco opportune del Presidente Regazzi in un’intervista rilasciata alla vigilia dell’assemblea del sodalizio da lui presieduto, nella quale egli ha sollevato diverse obiezioni sulla gestione della problematica da parte del Dipartimento del Territorio.
Fra i vari quesiti il Presidente della Federazione dei Cacciatori Ticinesi si chiede come mai in Ticino lo Stato sia costretto a dei risarcimenti milionari (CHF 1,3 Mio nel 2013) mentre nei Cantoni a noi vicini i risarcimenti nei confronti dell’agricoltura sono più che esigui, lasciando intendere fra le righe che le nostre autorità sono troppo magnanime nel risarcire i danni provocati dagli ungulati, prevalentemente cervi e cinghiali.
Regazzi è un politico navigato, di spessore e solitamente ben informato, per cui la domanda che sorge spontanea davanti a questa sua presa di posizione è: dove vuol andare a parare?
Il motivo della notevole differenza nei risarcimenti rispetto ad altri Cantoni è in realtà molto semplice.
In primo luogo la distribuzione territoriale delle zone agricole in Ticino è molto diversa rispetto al Vallese e ai Grigioni.
I vigneti si trovano infatti direttamente in prossimità delle zone boschive.
Inoltre in Vallese e nei Grigioni il cinghiale, responsabile di quasi la metà dei danni, non è praticamente presente mentre in Ticino, dopo una assenza plurisecolare, è ricomparso da circa un ventennio, introdotto clandestinamente – guardacaso … da cacciatori (sembrerebbe) d’oltre confine- allo scopo di aver finalmente qualcosa di grosso da cacciare anche al piano. Da buon cacciatore Regazzi dovrebbe conoscere molto bene il loro tasso di proliferazione e le conseguenze dovute a una gestione errata delle loro popolazioni.
Per quanto concerne il cervo, nei Cantoni a noi vicini – contrariamente a quanto accaduto in Ticino- non si è mai adottata una politica espansiva da parte delle autorità cantonali e chiaramente supportata dalle società venatorie.
La presenza del cervo a sud del ponte diga è stata infatti favorita da una politica di gestione molto espansiva della specie adottata soprattutto in questo ultimo decennio.
È ovvio che con l’introduzione di un ungulato di tali dimensioni in zone con la presenza di santuari dove la caccia è bandita (Monti San Giorgio e Generoso) e dove a ridosso di queste bandite sono presenti da secoli vigneti e altre colture sensibili- non saremmo potuti che arrivare a questo sfacelo.
Non da ultimo e a mio parere di capitale importanza, i nostri vicini non hanno mai avuto all’interno delle istituzioni lobby così potenti come quella dei cacciatori ticinesi.
Lobby che ha influenzato notevolmente la politica venatoria ticinese degli ultimi anni e che probabilmente non ha permesso a chi di dovere di gestire le popolazioni di ungulati, analogamente a quanto hanno fatto i nostri vicini, dove vige un sostanziale equilibrio faunistico e i danni a boschi e colture sono di conseguenza limitati. In Vallese ad esempio la densità di cervi /km2 è esattamente la metà di quella ticinese e il cinghiale come detto è assente.
Regazzi si dimentica inoltre di un punto estremamente importante: il problema non è solo al piano e in collina e limitato all’agricoltura, bensì è esteso alle nostre foreste, che stanno subendo danni e che senza un deciso intervento porrebbero le generazioni future di fronte a rischi potenzialmente gravissimi.
Il rinnovo naturale della foresta in molte zone, anche in quelle definite ad alto potenziale di protezione per il fondovalle, si è arrestato a causa del brucamento di cervi, caprioli camosci e quant’altro.
Lo Stato e soprattutto i proprietari di boschi (patriziati, comuni e privati cittadini) devono investire annualmente milioni per far fronte ai danni e per assicurare le adeguate protezioni alle nuove piantagioni.
Non è normale che la collettività debba investire CHF 200.00 per proteggere una piantina che costa dieci volte meno!
Questi investimenti, assurdi ma necessari, sono l’unica soluzione per garantire un bosco sano fra trenta o cinquant’anni. Abbiamo tutti visto nella vicina Penisola i danni causati dal dissesto idrogeologico presente in molte regioni.
L’unica vera protezione per la popolazione da frane, caduta di massi e alluvioni è un territorio ben curato e un bosco che possa svolgere le sue funzioni protettive.
Le leggi, federali e cantonali, sono chiare e vanno rispettate, visto che sono il frutto di un iter democratico. Il loro obiettivo è uno solo: assicurare il giusto equilibrio fra la fauna presente e la natura senza dimenticare la corretta convivenza con l’agricoltura e l’uomo in generale. La caccia è uno strumento di capitale importanza per il raggiungimento di questo equilibrio.
Venendo meno i predatori naturali – e penso che in Ticino nessuno, salvo qualche sprovveduto idealista, vuole vedere scorazzare sul nostro territorio e nei nostri giardini orsi, linci e branchi di lupi – rimane per il momento l’unico mezzo per tornare a una situazione sostenibile per quanto riguarda le popolazioni di selvatici.
Ben vengano in seguito anche le misure dissuasive e non cruente citate in molte occasioni e applicate con successo in regioni con le stesse caratteristiche della nostra.
Gli agricoltori vorrebbero solo poter svolgere il loro onesto lavoro, raccoglierne i frutti per venderli o trasformarli.
Non c’è nulla di più mortificante che veder vanificato in poche ore il duro lavoro di un anno intero e dover chiedere il legittimo risarcimento per i danni subiti. Leggere certi commenti espressi da politici che dovrebbero avere a cuore l’economia del nostro Cantone e il suo territorio, dove si sottintendono dei privilegi ingiustificati in questo ambito fa male, molto male, e non è oltretutto corretto.
Lo stesso discorso vale per i nostri forestali, che ambirebbero ad intervenire sul bosco in modo incisivo e non su dei mini-recinti per alberi. I ritardi nelle opere di rimboschimento sono considerevoli e non c’è più tempo da perdere.
Per questi motivi sarebbe veramente opportuno che la caccia assumesse il proprio vero ruolo di garante dell’equilibrio naturale fra animali e il resto della natura al’interno del nostro territorio.
Chi opera sul territorio è veramente stufo di passare per mantenuto dello stato. E di dover sacrificare parte del proprio reddito o del proprio lavoro per permettere a un esiguo gruppo di persone di praticare uno sport per due settimane all’anno, perché purtroppo per molti la caccia si è ridotta a questo.
Da figlio di cacciatore, constato infatti con rammarico e che il vero “spirito del cacciatore” va sempre più scemando e vige sempre più la politica del congelatore pieno e della preda assicurata con poca fatica.
La funzione dell’On. Zali va ben oltre l’assecondare i desideri di una Lobby.
Il fatto che egli abbia picchiato i pugni sul tavolo dimostra il suo innegabile impegno e il fatto che sappia difendere la sua funzione e le sue idee, ma anche che sappia dire NO a qualcuno.
Abbiamo potuto constatare tutti dove ci ha condotto la politica del “tàia e medéga” praticata fino ad ora e forse una bella scossa andava data per portare tutti alla ragione.
Nell’interesse collettivo spero che tutte le parti in causa riescano finalmente a trovarsi pacatamente attorno ad un tavolo e ad ascoltarsi, senza pregiudizi e con la ferma volontà per ricercare una definitiva soluzione a questo annoso problema. In molti temi, come ad esempio quello delle bandite, vi è infatti una notevole unità di vedute fra FCTI e chi opera sul territorio, su altri sono certo che delle soluzioni si troveranno. D’altra parte la caccia, quella vera, era forse ancora più sentita vent’anni orsono, quando le popolazioni di ungulati erano molto inferiori a quelle attuali. Sarebbe veramente buona cosa tornare alle origini.
Si risparmierebbero così un sacco di soldi in risarcimenti, e di questi tempi scusate se è poco …..
I fondi così risparmiati potranno essere destinati ai loro scopi originali: una più rapida opera di rimboschimento nelle zone a rischio e le premesse per una miglior gestione dei selvatici con il Fondo per la caccia, al momento esangue a causa dei risarcimenti dei danni all’agricoltura.
Per il gruppo Territorio e Ungulati
Francesco Tettamanti
Boschi, uomini e animali (Documentario di Bruno Bergomi) – Domenica 20 ottobre 2013, ore 20.40 RSI LA1
STORIE
Boschi, uomini e animali
RSI LA 1 – Domenica 20 ottobre 2013 ore 20.40
Clicca sull’immagine per vedere l’anteprima.
Quattro personaggi legati al bosco ci raccontano la loro relazione con l’ambiente e le loro sensazioni sull’arco delle quattro stagioni.
Un ingegnere forestale di sessant’anni Roberto Buffi, del locarnese, è orientato sempre più verso uno sviluppo naturale della foresta. Andrea Guglielmetti è il forestale responsabile del settore del Basso Mendrisiotto e grande appassionato di fotografia. Ha immortalato i boschi di casa nostra ma anche le foreste del Nord America. Patrizia Acquistapace, venticinque anni, è una giovane forestale e prima e unica donna istruttrice degli apprendisti in campo selvicolturale della Svizzera. Venanzio Terribilini di Vergeletto è un capo guardiacaccia in pensione. La sua relazione con il bosco è legata soprattutto agli animali selvatici: predatori e selvaggina.
Quattro storie sul bosco, all’interno dei boschi, in un documentario di Bruno Bergomi. Quattro letture diverse di una risorsa naturale importante per il nostro paese, sotto tutti i punti di vista: della protezione e dello svago, dell’aspetto economico e di quello ecologico. Le storie sono accompagnate da poesie interpretate da Angelo Frigerio, “Ul sciur Maestru”.
In studio a Storie, lo scrittore italiano Tiziano Fratus, autore del libro “Manuale del perfetto cercatore di alberi”.
Torna la Fiera forestale biennale di Lucerna
Con 280 espositori e 26.000 visitatori la Fiera forestale di Lucerna rappresenta l’evento più importante della Svizzera per il settore forestale e del legno presentando, con cadenza biennale, le più recenti innovazioni e gli sviluppi della selvicoltura multifunzionale e sostenibile assieme alle nuove tendenze in materia di raccolta del legname, logistica forestale e lavorazione del legname.
Catalogo delle specie disponibili al Vivaio forestale di Lattecaldo
Scarica il catalogo completo delle specie arboree disponibili presso il Vivaio forestale cantonale di Lattecaldo – Morbio Superiore.
Metti una paletta nel camino
Le prescrizioni concernenti la combustione di legname non trattato devono essere allentate. Il 21 giugno 2012 il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) ha avviato l’indagine conoscitiva relativa alla modifica dell’ordinanza contro l’inquinamento atmosferico necessaria a tale fine. La proposta di modifica prevede che anche il legno lavorato e già usato, ad esempio i pali da recinzione, le palette monouso e gli scarti di legno delle falegnamerie, possa essere bruciato, purché non trattato, in stufe e camini di dimensioni ridotte. Il legname trattato o contaminato con sostanze estranee al legno dovrà per contro ancora essere incenerito negli appositi impianti.
Scarica la documentazione relativa al progetto di Ordinanza messa in consultazione (termine di consultazione 31 agosto 2012).
Cinipede del castagno: ora si sa come combatterlo
Il cinipede del castagno sarà sconfitto; è solo questione di tempo. È bastato lo spirito di osservazione di alcuni agricoltori che partecipano al Progetto di interconnessione del Malcantone per fare una scoperta rivoluzionaria, passata inosservata ai maggiori ricercatori. Esiste un uccellino, l’averla piccola (vedi foto) – che fra l’altro è specie bersaglio nel progetto interconnessione – la quale ha la particolarità di infilzare le proprie prede (larve e insetti) sui pungiglioni di spine, robinie, olivelli spinosi, rosa canina, e anche sul filo spinato.
Gli agricoltori hanno osservato lungamente questo volatile scoprendo che estraevano le larve di cinipede dalle galle dei castagni e le infilzavano prima di cibarsene.
“Ho fatto la scoperta casualmente – spiega uno di loro – mentre stavo togliendo un tratto di filo spinato, ormai bandito dalla legge. Arrivano a infilzare anche 20 larve in un’ora. Confesso di non aver visto mai niente di simile e ho atteso a lungo prima di dirlo al forestale.”
E il Servizio forestale cantonale, una volta constatati i risultati, non è stato con le mani in mano. Ha immediatamente disposto la messa a dimora di robinie all’interno delle selve castanili e ha dichiarato protetti i cespugli di rovi. Inoltre, è allo studio una modifica di legge che come unica eccezione al divieto di recinzione del bosco prevede i recinti realizzati con solo filo spinato.
Guarda il servizio televisivo andato in onda ieri a Il Quotidiano.
Il tarlo asiatico del fusto – Anoplophora glabripennis
Nel settembre 2011 è stata riscontrata per la prima volta in Svizzera la presenza del tarlo asiatico del fusto. Dopo questo ritrovamento, avvenuto nel Cantone di Friburgo, sono stati individuati degli esemplari morti di detto coleottero nel Cantone di Turgovia. La Confederazione, in collaborazione con i Cantoni interessati, coordina la lotta contro questo organismo nocivo particolarmente pericoloso.
Scarica l’opuscolo informativo sul tarlo asiatico del fusto.
Il freddo e i parassiti
Fra gli effetti positivi del lungo periodo di freddo polare che sta per lasciarci ve n’è uno molto interessante. I parassiti di recente apparizione provenienti dall’Asia o dai tropici potrebbero essere andati incontro a una vera e propria decimazione con conseguente miglioramento della situazione per diverse patologie. Per contro gli organismi autoctoni sarebbero già in qualche modo abituati a situazioni del genere.
Lo affermano alcuni ricercatori in questo articolo apparso sul portale di SF Online.
Che sia giunta l’ora per il famigerato cinipede del castagno e di altri insetti nocivi?
Processionaria del pino: attenti alle allergie
Soprattutto per chi è abituato a lavorare all’esterno può essere utile leggere attentamente il comunicato della Sezione forestale sulla Processionaria del pino, un bruco potenzialmente fonte di allergie.
Bosco e legno in Svizzera: nuovo opuscolo dell’UFAM
Clicca sull'immagine per scaricare l'opuscolo oppure connettiti alla pagina web dell'UFAM per ordinarlo in forma cartacea.
Cinipede del castagno: segnalarne la presenza
La Sezione forestale cantonale e il Servizio fitosanitario hanno pubblicato informazioni e spiegazioni concernenti il cinipede del castagno, organismo che va segnalato alle autorità per il monitoraggio tramite l’apposito modulo online.
Assemblea FORESTAVIVA
L’Assemblea di FORESTAVIVA (Associazione forestale ticinese) si svolgerà giovedì 15 aprile 2010, alle ore 18.30, al Centro Diurno di Rivera. Al termine dei lavori è prevista una presentazione dell’architetto Luca Giordano dal titolo "Architettura bioecologica: interazioni tra ambiente, economia e socialità". Seguirà un conviviale e lauto spuntino.
Processionaria del pino: tanto bella quanto pericolosa e irritante
Per sapere tutto sulla Processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) e sui suoi pericoli leggi il comunicato stampa emanato dal Dipartimento del territorio del Canton Ticino, in accordo con il medico cantonale.