30'000 spettatori in 4 giorni. Il film "Der Verdingbub – Il garzone", che narra la storia dell'orfano Max affidato a una famiglia di contadini negli anni '30-'40, sta facendo registrare affluenze record nei cinema, sbaragliando addirittura l'ultimo film di Steven Spielberg "Tintin".
La vicenda dei "Verdingbuben" (oltre 100'000 giovani in tutta la Svizzera nella prima metà del secolo scorso) sta tornando alla ribalta dopo essere passata sotto silenzio per molti anni. I Verdingbuben erano o orfani o bambini e bambine le cui famiglie non erano in grado di assicurare loro il sostentamento. Venivano così affidati ad altre famiglie, spesso a contadini dove erano impiegati nei lavori aziendali. Questi ragazzi in troppi casi erano trattati come esseri inferiori e come veri e propri schiavi. Ci sono stati anche casi in cui le famiglie contadine a cui erano affidati li sottoponevano a maltrattamenti, umiliazioni e addirittura violenze sessuali. Recentemente, il tema è tornato d'attualità grazie anche al film e i superstiti chiedono lauti indennizzi. Alcuni media hanno definito la vicenda dei Verdingbuben una pagina buia della nostra nazione e del mondo agricolo. Il presidente dell'Unione Svizzera dei Contadini Hansjörg Walther ha ritenuto opportuno scusarsi pubblicamente.